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venerdì 3 luglio 2009

Diventato legge il Ddl sicurezza

I clandestini non rischiano l'arresto ma un'ammenda dai 5mila ai 10mila euro. L'extracomunitario che arriva in Italia senza permesso di soggiorno potrà essere trattenuto nei Cie fino a 180 giorni. Carcere fino a tre anni per chi affitta casa a stranieri irregolari. Fra le nuove norme anche l'inasprimento del 41 bis per i mafiosi e il “registro dei clochard”. Ritorna il reato di oltraggio a pubblico ufficiale.

Il Senato ha approvato ieri in via definitiva il Ddl sicurezza. I voti favorevoli sono stati 157, i contrari 124. Tre gli astenuti.
L'immigrazione clandestina (“ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”) diventa un reato. I clandestini non rischiano l'arresto ma un'ammenda dai 5mila ai 10mila euro. La norma renderà possibile denunciare i clandestini all'autorità giudiziaria tranne che per i medici e i presidi per i quali è stata prevista un'apposita deroga. L'extracomunitario che arriva in Italia senza permesso di soggiorno potrà essere trattenuto nei Cie (centri di identificazione ed espulsione) fino a 180 giorni, a fronte dei due mesi previsti in precedenza dalla legge.
Per avere la cittadinanza si dovranno pagare 200 euro. Per il permesso di soggiorno invece il contributo sarà fissato dai ministeri dell'Interno e dell'Economia e potrà oscillare tra gli 80 e i 200 euro. Il coniuge straniero di un cittadino italiano può acquisire la cittadinanza quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo tre anni dalla data del matrimonio se risiede all'estero.
Lo straniero che, raggiunto da provvedimento di espulsione, continua a rimanere illegalmente in Italia nonostante il provvedimento del questore, va incontro ad una pena detentiva da sei mesi a un anno se l'espulsione è stata disposta perché il permesso di soggiorno è scaduto da più di 60 giorni e non ne è stato chiesto il rinnovo o se la domanda di titolo di soggiorno è stata rifiutata.
La pena va da uno a quattro anni se lo straniero è raggiunto da un provvedimento di espulsione perché è entrato in Italia illegalmente o non ha chiesto il permesso di soggiorno nel termine prescritto, in assenza di cause di forza maggiore. La pena aumenta da uno a cinque anni se lo straniero destinatario dell'ordine di espulsione e di un nuovo ordine di allontanamento continua a rimanere illegalmente in Italia.
Rischia il carcere fino a tre anni chi dà in alloggio o affitta anche una stanza a stranieri che risultino irregolari al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione. Ma ci deve essere un ingiusto profitto. Le nuove norme prevedono tra l'altro l'istituzione presso il ministero dell'Interno di un fondo rimpatri per finanziare le spese per il rimpatrio degli stranieri verso i paesi di origine.
Il provvedimento istituisce le ronde, fortemente volute dalla Lega: associazioni di cittadini potranno segnalare alle forze dell'ordine situazioni di disagio sociale o di pericolo. Saranno iscritte in elenchi, non potranno essere armate e prioritariamente dovranno essere formate da ex agenti. In arrivo anche il “registro dei clochard”: coloro che sono senza fissa dimora saranno schedati in apposito registro istituito presso il Viminale.
Ritorna il reato di oltraggio a pubblico ufficiale: chi insulta un pubblico ufficiale rischia fino a 3 anni di carcere. Ma se si risarciscono agente ed ente a cui questo appartiene, il reato si estingue. Nessuna condanna, invece, se è il pubblico ufficiale ad aver commesso atti arbitrari.
Circa le questioni legate ai reati di mafia, vengono inasprite le norme del 41 bis, che ora prevede una detenzione più lunga di 4 anni. Inoltre, per impedire che dalle carceri i boss mafiosi possano esercitare il loro potere sul territorio, i detenuti sottoposti al 41-bis saranno destinati all'interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, preferibilmente in aree insulari, o comunque all'interno di sezioni speciali e logisticamente separate dal resto dell'istituto e custoditi da reparti specializzati della polizia penitenziaria. Rimarranno intatti i poteri del Procuratore antimafia, che in un primo momento si era pensato di modificare. Nel provvedimento, poi, e' stata reintrodotta la norma che esclude da appalti pubblici gli imprenditori, se non denunciano le estorsioni nei loro confronti. Per partecipare alle gare d'appalto, quindi, i costruttori dovranno denunciare ogni tentativo di estorsione ai propri danni.
Saranno intensificati i controlli sul trasferimento di valuta per contrastare il riciclaggio anche ai fini di finanziamento al terrorismo. Gli agenti di attività che si occupano dell'incasso e del trasferimento dei fondi dovranno conservare per 10 anni una copia del titolo di soggiorno se chi ordina l'operazione è cittadino extracomunitario. La cancellazione dall'elenco degli agenti è la sanzione per chi non ottempera a tale obbligo.
Infine è previsto anche l'albo dei “buttafuori”, di guardia fuori da pub e discoteche. Per svolgere questa attività saranno necessari precisi requisiti che saranno stabiliti dal ministero dell'Interno. Anche gli amministratori giudiziari avranno il loro albo professionale.
Così la sezione italiana di Amnesty International ha commentato l’approvazione del “pacchetto sicurezza” in un suo comunicato stampa emesso ieri: «Il Senato ha approvato oggi l’ultima consistente parte delle riforme legislative del “pacchetto sicurezza”, pianificate dal governo nel maggio 2008, durante il primo consiglio dei Ministri tenutosi dopo l’insediamento. Sin da quel momento, la Sezione Italiana di Amnesty International ha dichiarato la propria preoccupazione per l’impatto di tali proposte e dell’approccio che le ha accompagnate sui diritti umani di migranti e richiedenti asilo. Prevedere la natura penale dell’ingresso e della residenza irregolare in Italia rende obbligatoria la denuncia del migrante che si trovi in tale situazione da parte di ogni pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che ne venga a conoscenza. L’organizzazione per i diritti umani torna oggi a sottolineare che i migranti, per timore di essere denunciati con conseguenze di rilievo penale, saranno perciò indotti a sottrarsi al contatto con tutti gli uffici pubblici, in qualunque ambito, piombando così in un'allarmante situazione di mancato accesso ai servizi e di compromissione dei loro diritti umani. Questo stato di cose potrà colpire i migranti irregolari e i loro familiari - siano essi migranti regolari o irregolari, o cittadini italiani - in diversi campi, tra cui l’accesso alle cure mediche e all’istruzione, la possibilità di registrare i bambini e le bambine alla nascita, di contrarre matrimonio, di denunciare alla polizia i reati subiti. A queste norme, osserva con preoccupazione la Sezione Italiana di Amnesty International, si affiancano quelle che prolungano sino a sei mesi i tempi massimi di detenzione dei migranti nei Centri di identificazione ed espulsione, le quali confermano l’utilizzo della detenzione dei migranti come unica risposta e non come ultima risorsa, senza alcuna previsione di misure alternative, come invece richiesto dagli standard internazionali sui diritti umani.»

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