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venerdì 3 luglio 2009

Bertonico-Turano: tutto da rifare

Ancora un articolo di Greta Boni su Il Cittadino riporta le decisioni del neo-presidente provinciale sulla centrale Sorgenia: «Dobbiamo coinvolgere gli altri comuni, non è giusto che siano solo due a “fare cassa”». La convenzione sulla centrale per Foroni è da rifare. Il quotidiano riporta in un secondo articolo anche le ragioni dell’ex presidente Felissari che ha gestito sin qui la questione a livello provinciale.
La Provincia di Lodi revoca l’accordo siglato con Sorgenia.
L’ex presidente difende la “sua” giunta: «Abbiamo lavorato nella maniera giusta».
Rassegna stampa.

Bertonico-Turano - Tutto, o quasi, da rifare: la Provincia di Lodi “boccia” la bozza di convenzione sulla centrale di Bertonico-Turano e promette di lavorare a un documento capace di coinvolgere anche le altre realtà del territorio. Allo stesso tempo, si punta il dito contro i due comuni della Bassa che ospiteranno l’insediamento: per la nuova amministrazione provinciale non devono essere gli unici a “fare cassa”, soprattutto perché considerati responsabili dell’arrivo dell’impianto.
Nella giornata di ieri, il presidente Pietro Foroni ha annunciato la decisione della giunta di revocare l’accordo con Sorgenia, adottata lo scorso 4 giugno dall’amministrazione guidata da Lino Osvaldo Felissari, a pochi giorni dalle elezioni. «La convenzione relativa alla centrale di Bertonico - Turano è una questione riguardante un’intera area lodigiana - afferma la nuova guida di palazzo San Cristoforo -, e deve essere valutata con la massima attenzione, non con la fretta tipica della campagna elettorale. L’amministrazione uscente firmò la bozza due giorni prima del voto, non mi sembra che la materia rientri nella “normale amministrazione” cui sarebbe opportuno attenersi quando si è in scadenza di mandato. Non escludo - aggiunge Foroni - che il documento rischiasse l’illegittimità. Si riparte con il chiaro obiettivo di coinvolgere tutti i comuni del territorio interessati dall’impianto a turbogas, quand’anche questo non ricada entro i loro confini territoriali. È giusto che questa pluralità di enti partecipi attivamente a definire gli aspetti che contornano la vicenda della centrale». Alcune parti del testo saranno riproposte, altre stralciate o modificate, attraverso il confronto con le amministrazioni comunali, i sindacati, le organizzazioni di categoria degli artigiani e degli agricoltori e, naturalmente, Sorgenia.
Il presidente non usa il guanto di velluto con i due comuni che ospiteranno sul loro territorio l’impianto: «Per quanto riguarda la distribuzione dei fondi - sostiene Foroni - dovranno beneficiare anche i comuni limitrofi a Turano e Bertonico, altrimenti rischieremmo un paradosso inammissibile. Non esiste che i comuni responsabili per l’arrivo dell’impianto siano ora i soli a monetizzare». In questi giorni, si è saputo che Sorgenia ha fatto ricorso al Tar contro il comune di Turano, guidato da Umberto Ciampetti, invocando l’annullamento della nota con cui si chiedeva alla società di De Benedetti di sborsare 22 milioni di euro per opere di urbanizzazione. Il colosso dell’energia, infatti, si stava già impegnando per investire 25 milioni di euro sul territorio attraverso la convenzione, soldi che secondo l’accordo sarebbe serviti sia per le opere di compensazione che per la tutela ambientale.
«Il ruolo istituzionale che ricopro - conclude Foroni - mi impone di richiedere a tutte le parti un comportamento corretto verso il territorio e i cittadini. In questi giorni ho sentito alimentare speranze di un possibile ripensamento sulla costruzione della centrale. Si tratta di false illusioni, più dannose che altro. Ci si concentri piuttosto sulla disposizione di tutti gli accorgimenti occupazionali, ambientali e relativi alla salute che permettano di tramutare in risorsa la presenza dell’impianto».

Veniamo alla posizione dell’ex presidente che difende la sua giunta.

Difende a spada tratta il lavoro della sua squadra e la bozza della convenzione per la centrale di Bertonico-Turano. Lino Osvaldo Felissari, ex presidente della Provincia di Lodi e oggi fra i banchi del consiglio provinciale per guidare l’opposizione del Pd, risponde alle accuse mosse dal centrodestra. «La delibera approvata per la bozza della convenzione - afferma - è un’attestazione che la giunta ha voluto fare propria dopo un lavoro che è andato avanti mesi, grazie all’impegno dei tecnici e dell’assessore Antonio Bagnaschi. La convenzione non è firmata, è semplicemente la definizione del negoziato, a cui ha partecipato un gruppo di approfondimento tecnico che è riuscito a migliorare gli interventi su aria, acqua e mitigazione dei rumori. Si trattava del lavoro portato avanti con Sorgenia e non potevamo lasciarlo appeso al nulla». Felissari rivendica tutta la partita legata all’occupazione e alla sicurezza dei cantieri, una trattativa che ha visto schierati in prima fila i sindacati. «È stata una buona e corretta pratica amministrativa - sostiene l’ex presidente -, l’unica cosa di cui era carente riguardava gli aspetti della legge Marzano, cioè quanto era dovuto agli enti locali: 600mila euro all’anno per 70 anni, il 40 per cento ai due comuni interessati, un altro 40 ai comuni contermini e un 20 a regione e Provincia. Questa partita era già stata intrapresa, ma si è interrotta e non fa parte della convenzione, l’obiettivo era andare oltre, attraverso la richiesta dell’erogazione anticipata di risorse per investimenti di diverso tipo». L’ultimo affondo è per il suo successore, Pietro Foroni: «Bisogna ripartire dal lavoro che è stato fatto, anziché lanciarsi in dichiarazioni avventate, perché in questo modo si offendono i comuni con cui invece si dovrebbe collaborare. Mi sembra poi che certe affermazioni siano ingenerose rispetto ai mesi di lavoro che ci hanno visti impegnati, ormai la campagna elettorale è finita».

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