La presentazione della partnership brembiese nell’apposita pagina del sito era realizzata pubblicando il seguente comunicato che riportiamo integralmente: «Impianti agroenergetici ed interventi per contenere il carico di azoto: il progetto di Brembioenergie vince il bando della Regione Lombardia.
È stato approvato con Decreto 2649 del 16/03/2007 il bando della Regione Lombardia in merito al “Programma pilota d’azione regionale di investimento per produzioni agroenergetiche e per il contenimento del carico di azoto nelle zone vulnerabili”.
Bioelettra in sinergia con il Comune di Brembio nella persona del sindaco Giuseppe Sozzi e dei signori allevatori/coltivatori Fr.lli Andena, Bonfanti, Cornalba e Bassanetti ha proposto una soluzione progettuale che è stata premiata per le sue caratteristiche innovative nonché per la rispondenza alle problematiche sollevate dalla Regione a tutela del mondo agricolo. All’uopo è stata istituita la Brembioenergie, una società agricola nella quale Bioelettra vede come partner diretto gli agricoltori e gli allevatori stessi e che coinvolge anche l’Amministrazione Comunale, promotrice in prima battuta dell’intervento. Il progetto già presentato riguarda la costruzione di un impianto di biogas della potenzialità nominale di 1,15 MW elettrici, che sfrutta biomasse vegetali ed animali (triticale, mais, sorgo zuccherino, liquame suino) raccolte nel raggio di una decina di chilometri dal comune di Brembio, dove sorgerà il complesso. Da queste biomasse, tramite degradazione biologica in ambiente anaerobico e mesofilo, è possibile ottenere biogas che, bruciato nei motori di cogenerazione, produce energia termica ed elettrica. Il carattere innovativo del progetto si basa sulla valorizzazione delle emissioni prodotte dal processo: calore, anidride carbonica derivante dalla combustione del biogas e digestato. Quest’ultimo viene separato nelle frazioni solida e liquida: dalla prima si ottiene un prodotto di qualità da utilizzare a scopo agronomico per la fertilizzazione dei campi. La frazione liquida invece, ancora ricca di nitrati, subisce dapprima un processo di depurazione biologica a fanghi attivi attraverso stadi di ossigenazione, poi viene inviata ad una stazione serricola dove le piante assorbono gli elementi nutritivi forniti dal refluo stesso, ultimando pertanto il processo di degradazione della sostanza organica e dei composti azotati. In tal modo viene sfruttato il potenziale energetico della biomassa in ingresso riducendo nel contempo il carico azotato della stessa.»
Il bando vinto, approvato con decreto 2649 del 16 marzo 2007 “Approvazione delle disposizione attuative e dell'apertura dei termini di presentazione delle istanze di adesione al programma pilota d'azione regionale di investimento per produzioni agroenergetiche e per il contenimento del carico di azoto nelle zone vulnerabili”, pubblicato sul BURL n. 13 - 4° supplemento straordinario del 30 marzo 2007, aveva lo scopo di sostenere la realizzazione di impianti agroenergetici e di interventi per contenere il carico di azoto nelle zone vulnerabili. Obiettivo del programma pilota infatti è la promozione di progetti, anche di tipo innovativo, per la produzione di energia dagli effluenti di allevamento e per il contenimento appunto del carico di azoto nelle zone vulnerabili. Le tipologie di interventi ammissibili erano: Impianti di sfruttamento agroenergetico e di trattamento degli effluenti da allevamenti per la riduzione dell'azoto a carattere consortile e/o associati anche nella forma di associazione temporanea d'impresa (ATI), legati ad impegni di conferimento da parte di aziende agricole; Impianti di sfruttamento agroenergetico e di trattamento degli effluenti da allevamenti per la riduzione dell'azoto a carattere aziendale e legati a convenzioni che valorizzano l'energia termica a livello territoriale; Impianti di sfruttamento agroenergetico e di trattamento degli effluenti da allevamenti per il contenimento dell'azoto di origine agricola, nell'ambito di progetti rivolti a favorire la formazione di distretti locali agroenergetici, e/o A.T.I. che prevedano l'impiego di prodotti e materiali residui provenienti dall'agricoltura della zootecnia, delle attività forestali e di trasformazione alimentare; Impianti integrativi che prevedano il contenimento dell'azoto di origine agricola in uscita dal processo di digestione anaerobica, anche in impianti già esistenti. Detti impianti integrativi potevano essere realizzati anche in aree confinanti e limitrofe alle zone vulnerabili se legati ad impianti di depurazione esistenti; Impianti di sfruttamento agroenergetico in azienda agricola.
Una successiva news di Bioelettra datata 03/11/08 - 12/12/08, che annunciava allora, seppur ancora in attesa del decreto (al 2 febbraio 2009), il via libera provinciale e regionale, fatto salvo il nulla osta idraulico, al progetto della partecipata BremBioEnergie Soc. agricola r.l., indicava le caratteristiche dell’impianto brembiese quale nuovo paradigma del settore, biogas, stazione di rimozione dei nitrati e serre, 960 KW elettrici, 1.080 KW termici, 13.000 metri quadri ad orticole. Di seguito riportiamo sempre dal sito della Bioelettra uno schema dell’impianto che verrà realizzato, per far meglio comprendere ai brembiesi in cosa consista il progetto che ha ottenuto il finanziamento regionale.
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