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giovedì 10 dicembre 2009

Piatti su nucleare e Caorso

Secondo l’ex senatore dell'Ulivo «il governo confermerà l'elenco delle nuove centrali dopo le elezioni». Piatti: «Possiamo fermare il nucleare».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 10 dicembre 2009.

Cominciano a rialzarsi dal Lodigiano le voci del “no” al progetto di una nuova centrale nucleare a Caorso, dopo che i Verdi hanno anticipato la lista predisposta da Enel dei siti idonei a ospitare gli impianti. Reattori «di terza generazione», promette il governo, che secondo l’ex parlamentare lodigiano dell'Ulivo «non sono nient’altro che i reattori basati sulla tecnologia tradizionale, solo più perfezionati. Basati sull’uranio, che è una materia prima piuttosto rara, e non sul torio, che secondo il fisico Carlo Rubbia sarà una tecnologia del futuro. Insomma, rischiamo di farci carico di reattori già vecchi, che da qui a 40 anni non avranno più ragione di essere e richiedono 10 anni di lavori. E teniamo conto che oggi in Europa sono in costruzione solo 2 nuove centrali, in Francia e in Finlandia». Nonostante le smentite di Enel e del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, per Piatti l’esistenza di un elenco è verosimile: «Una decina di siti - prosegue il senatore - nei quali localizzare le 4 nuove centrali, con il ministro Scajola che assicura che la scelta finale spetterà ai privati. La mia opinione è che il governo voglia far passare le elezioni regionali di primavera prima di dire dove sorgeranno le centrali nucleari. E se i territori protestano e non condividono si potrà nominare un commissario di governo».
Recentemente Terna, che si occupa della rete elettrica, aveva preannunciato la costruzione di un nuovo elettrodotto a 380mila volt tra il Lodigiano e Caorso, motivandolo con situazioni attuali di congestione di rete. Ma a Caorso, dove la centrale è spenta dal 1986 e in smantellamento, di grosse utenze industriali non ce ne sono. Un elemento in più che ha portato alcuni esperti a ipotizzare che si voglia spianare la strada alla nuova centrale. Da costruirsi a fianco di quella vecchia (da 800 Mw) e con una taglia di 1.600 o 3.200 megawatt. «Non si tratta di una battaglia persa - avverte però Piatti -. Il mio governo aveva puntato su risparmio energetico e fonti rinnovabili, e questo è il futuro. I territori si mobiliteranno. Anche perché si parla di nuovo nucleare e non c’è ancora il sito definitivo per smaltire le scorie di quello vecchio».
Ulteriore capitolo, quello delle convenzioni: solo per la dismissione della centrale il comune di Caorso ha incassato 10 milioni di euro e la provincia di Piacenza altrettanti. Al Lodigiano, appena oltre il Po, neanche un centesimo. «Ma anche qui - chiosa Piatti - si possono scrivere nuove norme».

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