Dall’ex Abb Adda alla Madital. Molte sono già nel mirino degli immobiliaristi: al loro posto in arrivo condomini e villette. Tutti i “flop” dell’industria lodigiana. Sono 21 le aree dismesse da recuperare per risollevare l’economia.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 2 dicembre 2009.
Prima di tutto bisogna pensare a come disegnare il Lodigiano del futuro. Poi, bisognerà procedere al recupero delle 21 aree dismesse, un tempo produttive e ora in parte abbandonate. L’elenco delle zone su cui investire per rilanciare l’economia del territorio è stato presentato nella sera di lunedì, in occasione della quinta edizione del premio “Bruno Lenta”, organizzata dalla Confartigianato per premiare le aziende che si sono distinte per impegno e fantasia. Proprio in quell’occasione è stato lanciato il dibattito sul tema “Aree dismesse e sviluppo del Lodigiano”, a cui hanno partecipato il presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, con il suo assessore all’urbanistica, Nancy Capezzera, l’onorevole Andrea Gibelli, presidente della commissione Attività produttive della Camera, il presidente della commissione ambiente a palazzo San Cristoforo, Alfredo Ferrari, il sindaco di Somaglia, Piergiuseppe Medaglia e il segretario provinciale della Cisl, Mario Uccellini. A moderare il dibattito ci ha pensato Francesco Cancellato, ricercatore del consorzio Aaster Milano.
Tutti puntano al rilancio del territorio, ma per molte delle aree citate il destino sembra già delineato: arriveranno altre case, a meno che non ci sia una marcia indietro. Inoltre, la riflessione sulle bonifiche da effettuare e sulle infrastrutture da realizzare non è affatto un aspetto secondario. Ecco l’elenco delle 21 aree dismesse: a Salerano sul Lambro si trova la Cascina Ghione, oggetto di un piano di recupero approvato quest’anno a seguito di un protocollo d’intesa provinciale. La destinazione originaria era agricola-zootecnica, la superficie fondiaria ammonta invece a 18.897 metri quadrati. La Cartiera di Castiraga Vidardo comprende un’area di 72.300 che tra il 2004 e il 2009 è stata coinvolta in un piano residenziale e in un piano di lottizzazione produttivo, finalizzato al riutilizzo della zona. A Massalengo il Piano di governo approvato nel 2008 prevede il recupero residenziale dell’area situata in via Briglia, un “quartiere” industriale da 41.500 metri quadrati (8.900 coperti) che è stato abbandonato nel 2006. In paese, inoltre, anche l’ex Madital cambierà “look”, recentemente si è conclusa l’asta con cui l’imprenditore Angelo Zambelli si è aggiudicato la storica fabbrica di mangimi affacciata sulla provinciale 23. Dopo il fallimento del 2003, infatti, si era aperta più volte la discussione sul recupero della superficie di circa 19mila metri quadrati, di cui 4 coperti.
Nel capoluogo, le tre aree dismesse segnalate nell’elenco hanno il futuro “segnato”. La prima riguarda il piano denominato “ex Marzagalli-Spina verde” e prevede, ai confini del Pratello, un super insediamento di 169 alloggi, per un totale di circa 424 abitanti. La seconda è la tanto discussa area ex Abb di viale Pavia, la società Nadir, proprietaria dell’area e controllata direttamente dalla Banca Popolare di Lodi, ha dato mandato all’architetto Stefano Boeri per progettare la rinascita delle ex Officine Adda. Secondo quanto divulgato, potrebbero sorgere abitazioni, un albergo di altissimo standard e spazi commerciali di vicinato (superficie non superiore a 150 metri quadrati) che si affacceranno sul lato della stazione ferroviaria, a cui si aggiungono eventuali spazi per il terziario, sempre che il comune ne faccia richiesta.
La terza zona, infine, è l’ex Cetem di viale Mazzini, destinata a passare da industriale a residenziale.A Borgo San Giovanni il comune ha approvato quest’anno un piano di recupero residenziale per la zona di via Lodivecchio, edificata nel 1955 e poi dismessa nel 1975, per un totale di 6.700 metri quadrati (2.650 occupati). Marudo ha già deciso che le due aree produttive di via Rubadello e via Vignazze, vedranno sorgere delle case, secondo quanto stabilito dal Piano di governo del territorio del 2007.
La Cascina Piantada di Fombio, con una superficie fondiaria pari a 13.200 metri quadrati, fa parte della lista delle zone da recuperare, così come la Cascina Corte Grande e la Cascina Fighetto di Corte Palasio, entrambe ricadono interamente all’interno del Parco Adda Sud. Sul territorio del paese, inoltre, sono situate la cascina di via Montale, che risiede parzialmente all’interno del Plis del Tormo, e la cascina di via Verdi in località Cadilana, una struttura che costituisce il nucleo di antica formazione di Cadilana ed è riconosciuta come bene architettonico. A Orio Litta è situata la Cascina Villa, in proposito non si hanno molte informazioni: la tabella stilata dalla Regione non segnala né l’anno di edificazione né quello di dismissione, la destinazione originaria è comunque agricola e zootecnica. Sempre a Orio Litta, inoltre, c’è la Cascina Nuova, che però è stata già recuperata attraverso la realizzazione di un maneggio. A Mulazzano l’ex Solmag, in via della Vittoria, manterrà una destinazione produttiva: il Piano di governo del territorio prevede un permesso di costruire convenzionato con procedura Aia. L’uso produttivo è confermato anche a a Crespiatica, in via delle Industrie, dove c’è a disposizione una superficie fondiaria di 38.100 metri quadrati, ma che avrà bisogno di una bonifica. All’ex Tilusa, in via San Rocco a Comazzo, è previsto un piano di recupero residenziale. Il progetto era stato presentato senza che fosse concesso il certificato di dismissione dei terreni agricoli da parte della provincia di Lodi; successivamente è stata presentata una nuova proposta, che prevede comunque la realizzazione di complessi abitativi.Il comune di Corno Giovine sta valutando l’ipotesi di procedere al recupero dell’azienda agricola di via Beltrami, un’area dismessa dal 1998 che occupa 6.700 metri quadrati. il progetto è subordinato alla presentazione di un piano di recupero, in variante al Piano regolatore vigente.
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