FATTI E PAROLE

Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio

http://www.fattieparole.info

Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.

FATTI E PAROLE - ARCHIVIO
www.fattieparole.eu

La parola al lettore

Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.

Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.

domenica 15 novembre 2009

Se ci sei batti un colpo

Il Pd tra «spirito di Zac» e rientri da sinistra.
Rassegna stampa - Avvenire, R.d’A., 14 novembre 2009.

Intento a costruire le ba­si del suo partito, Pier­luigi Bersani pianta «lo spirito di Zac» tra le 'radici' del nuovo Pd. Ma se il segre­tario democratico rispolvera 'l’onesto' Benigno Zac­cagnini a vent’anni dalla morte del segretario della Dc, l’area ex dc e ex popola­re continua a mostrare ma­­lessere, specie dopo l’ingresso da sinistra di Pietro Folena e Achille Occhetto. E chiede risposte alla Direzio­ne che si riunirà lunedì.
«Io voglio assolutamente mettere lo spirito di Zac nel­le radici del nuovo partito. Tutti devono sapere che se è così, possiamo tornare a cre­dere nella possibilità di una politica pulita, dignitosa e nel fatto che il senso della crescita economica può sta­re solo nell’emancipazione sociale». Ecco dunque i «due pilastri» che «interpretano nel profondo lo spirito di Zaccagnini e vorrei che fos­sero nelle fondamenta del nuovo partito».
Ma proprio gli eredi natura­li di Zac mostrano maggiore insofferenza. «Va bene lo spirito di Zaccagnini – com­menta Enrico Farinone –, ma a Bersani dico che anco­ra di più occorre garantire il progetto originario del Pd» e perciò bisogna «integrare le culture che sono alla base del progetto, senza che una predomini sull’altra».
Esattamente il timore di Giorgio Merlo, che ancora non ha digerito l’uscita di Francesco Rutelli. «Nel Pd – dice Merlo – c’è chi va e chi viene. Con il massimo rispetto per la storia e per le scelte di ognuno, registria­mo l’arrivo di Folena, Occhetto e forse, nelle prossi­me settimane, di esponenti della sinistra gruppuscolare», rimasta «senza casa e senza tutele». Proprio men­tre «se ne vanno Rutelli e u­na pattuglia di parlamenta­ri liberaldemocratici e po­polari». Qualcosa per Merlo.
Bisogna fare «chiarezza» sul ruolo dei cattolici democra­tici all’interno del Pd, con­cordano Silvia Costa e Patri­zia Toia. Per non «regalare al­le alleanze esterne una rap­presentanza di quei mondi, di quei valori e di quell’elet­torato che sono già dentro al Pd e lì vorrebbero stare». Di qui, si uniscono al coro le due esponenti piddì, la ri­chiesta di una risposta dalla direzione. Di fronte «al pro­getto di Rutelli e al rischio di una accentuazione quasi e­sclusiva del carattere di sini­stra del Pd», per entrambe, il problema non è un’alleanza «non va», con i cattolici, ma capire «se il Pd è una casa comune».
Insomma, l’ingresso di Fo­lena e Occhetto desta preoc­cupazione. «Mentre alcuni plaudono», ragiona Gianlu­ca Susta, «altri o si chiudono in un silenzio assordante o tacciono sull’uscita di Rutel­li e molti altri». Ed è il silen­zio di Bersani che va inter­rotto, per l’ex Margherita.
Intanto Alleanza per l’Italia continua a lavorare nell’area liberaldemocratica, con la speranza di Bruno Tabacci di attirare altri sostenitori del Pd, che, dice l’ex Udc, «va sul filone socialdemocratico», lasciando «libero lo spazio al centro».
Condividi su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.