Rassegna stampa - Avvenire, R.d’A., 14 novembre 2009.
Intento a costruire le basi del suo partito, Pierluigi Bersani pianta «lo spirito di Zac» tra le 'radici' del nuovo Pd. Ma se il segretario democratico rispolvera 'l’onesto' Benigno Zaccagnini a vent’anni dalla morte del segretario della Dc, l’area ex dc e ex popolare continua a mostrare malessere, specie dopo l’ingresso da sinistra di Pietro Folena e Achille Occhetto. E chiede risposte alla Direzione che si riunirà lunedì.
«Io voglio assolutamente mettere lo spirito di Zac nelle radici del nuovo partito. Tutti devono sapere che se è così, possiamo tornare a credere nella possibilità di una politica pulita, dignitosa e nel fatto che il senso della crescita economica può stare solo nell’emancipazione sociale». Ecco dunque i «due pilastri» che «interpretano nel profondo lo spirito di Zaccagnini e vorrei che fossero nelle fondamenta del nuovo partito».
Ma proprio gli eredi naturali di Zac mostrano maggiore insofferenza. «Va bene lo spirito di Zaccagnini – commenta Enrico Farinone –, ma a Bersani dico che ancora di più occorre garantire il progetto originario del Pd» e perciò bisogna «integrare le culture che sono alla base del progetto, senza che una predomini sull’altra».
Esattamente il timore di Giorgio Merlo, che ancora non ha digerito l’uscita di Francesco Rutelli. «Nel Pd – dice Merlo – c’è chi va e chi viene. Con il massimo rispetto per la storia e per le scelte di ognuno, registriamo l’arrivo di Folena, Occhetto e forse, nelle prossime settimane, di esponenti della sinistra gruppuscolare», rimasta «senza casa e senza tutele». Proprio mentre «se ne vanno Rutelli e una pattuglia di parlamentari liberaldemocratici e popolari». Qualcosa per Merlo.
Bisogna fare «chiarezza» sul ruolo dei cattolici democratici all’interno del Pd, concordano Silvia Costa e Patrizia Toia. Per non «regalare alle alleanze esterne una rappresentanza di quei mondi, di quei valori e di quell’elettorato che sono già dentro al Pd e lì vorrebbero stare». Di qui, si uniscono al coro le due esponenti piddì, la richiesta di una risposta dalla direzione. Di fronte «al progetto di Rutelli e al rischio di una accentuazione quasi esclusiva del carattere di sinistra del Pd», per entrambe, il problema non è un’alleanza «non va», con i cattolici, ma capire «se il Pd è una casa comune».
Insomma, l’ingresso di Folena e Occhetto desta preoccupazione. «Mentre alcuni plaudono», ragiona Gianluca Susta, «altri o si chiudono in un silenzio assordante o tacciono sull’uscita di Rutelli e molti altri». Ed è il silenzio di Bersani che va interrotto, per l’ex Margherita.
Intanto Alleanza per l’Italia continua a lavorare nell’area liberaldemocratica, con la speranza di Bruno Tabacci di attirare altri sostenitori del Pd, che, dice l’ex Udc, «va sul filone socialdemocratico», lasciando «libero lo spazio al centro».
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