Rassegna stampa - Il Cittadino, "Lettere & Opinioni", 11 settembre 2009.
Gentile direttore, approffito della Sua ospitalità per eprimere lamia riflessione su quanto avviene a Codogno in merito alla risposta del Sindaco alla richiesta di sicurezza nella nostra città.
L’importanza delle parole sta in ciò che rappresentano e vanno a formare attitudini che finiamo per utilizzare senza più rendercene conto. Credo che la decisione di accogliere segnalazioni, così dal Sindaco definite, sulla presenza di situazioni di illegalità, dia voce a qualcosa di «incivile» presente nella nostra società, che ci vuole deboli e insicuri di fronte all’altro. Perché non posso dimenticare l’eco politico delle sue affermazioni, che rimarcano la richiesta di maggiore sicurezza di una parte di cittadini con una risposta che non condivido.
Credo che sicurezza voglia dire vivere senza sospetto, cercare regole condivise, non mettere grate alle nostre menti. Non voglio sostituire alla retorica della illegalità quella dell’accoglienza, non mi appartiene, penso però che il ruolo politico imponga di governare le trasformazioni sociali guardando a tutti i punti di vista, anche a quello che vede come valore aggiunto la diversità, che impone una seria riflessione sui nostri privilegi che si chiamano democrazia, libertà e giustizia sociale, nati dalla sofferenza dei nostri padri ed esplicitati nella Costituzione.
È una strada difficile da percorrere ma credo sia l’unica possibile se vogliamo mantenere fede a quegli ideali, all’universalismo così bene definito da queste parole di Don Lorenzo Milani «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria». Cordialmente
Viviana Stroher
presidente Anpi sezione di Codogno
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