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mercoledì 12 agosto 2009

Il governo taglia agli enti locali

Greta Boni su Il Cittadino di oggi ci dice che a palazzo Broletto arriveranno quasi 600mila euro in meno, la provincia si troverà un mancato introito di 400mila euro.
La mannaia dello Stato sugli enti locali.
Chiusi i rubinetti, in arrivo una sforbiciata da diversi milioni.
Rassegna stampa.

La mannaia dei tagli si abbatte sugli enti locali. Lo Stato ha deciso di “chiudere il rubinetto” e così, a partire da quest’anno, comuni e province vedranno scomparire una fetta consistente dei loro contributi. Il comune di Lodi vedrà arrivare nelle sue casse 592mila euro in meno rispetto al 2008, mentre per la provincia di Lodi la batosta sarà di 401.912 euro. In questi giorni, il servizio di finanza locale del ministero dell’Interno pubblica - con aggiornamento al 7 agosto - le spettanze 2009 per gli enti locali. Quest’anno le province italiane dovranno fare i conti con un taglio di 50 milioni di euro.
Al di là delle cifre, il significato è uno solo: gli enti locali sono nei guai. Per tutti sarà sempre più difficile garantire i servizi che fino a questo momento sono riusciti a erogare ai cittadini. Ai comuni non resta che tagliare al massimo le spese per gli investimenti ed evitare il più possibile sprechi e consulenze. E “ingegnarsi”, per esempio attraverso la ricerca di sponsor o cercando di usufruire di fondi regionali ed europei.
Nel Lodigiano, il comune di Casale subirà un taglio di 112.425 euro, il comune di Codogno di 166.391; a Sant’Angelo si dovrà fare a meno di 46.502 euro, a Lodi Vecchio di 51.516. Nel Sudmilano, invece, San Donato avrà in tasca 492.402 in meno, San Giuliano 362.318, Paullo 66.130, Melegnano 205.779 e Peschiera la bellezza di 1.093.685. La provincia di Milano, invece, vedrà scomparire nel nulla 1.788.161 euro.
Presto, le due amministrazioni più importanti del territorio - comune e provincia di Lodi - dovranno fare i conti con le cifre. Toccherà all’assessore al bilancio della provincia di Lodi, Cristiano Devecchi, far quadrare i numeri, confidando - come ha sottolineato ieri - nel fatto che il federalismo fiscale possa dare sollievo e puntando sulla responsabilizzazione dei vertici dirigenziali di palazzo San Cristoforo. Del resto, la sua filosofia è ormai chiara a tutti: evitare sprechi e risparmiare dove si può. Per questo ha già iniziato a tagliare spese superflue e a mettere in guardia gli uffici sulla necessità di “fare economia”.
I numeri non sorprendono Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi e presidente di Anci Lombardia (Associazione nazionale comuni italiani), il quale più volte è intervenuto sull’argomento per mettere in luce le difficoltà degli enti locali di fronte alla vertiginosa caduta dei contributi. «Da ormai due anni è evidente che la riduzione è sempre più significativa - afferma Guerini -, si pagano le scelte fatte prima dal Governo Prodi e poi dal Governo Berlusconi, che ha inasprito il taglio ai trasferimenti sul fondo ordinario. A questo si aggiungono i tagli per il fondo destinato alle politiche sociali e al taglio sull’Ici, in quest’ultimo caso, infatti, il Governo avrebbe dovuto compensare il mancato gettito, ma è in ritardo, in ballo ci sono ancora 500 milioni di euro».
Tutte le amministrazioni dovranno muoversi con i piedi di piombo, anche se in periodo di crisi non è affatto semplice. «I comuni sono chiamati a fare i conti con le esigenze dei cittadini - aggiunge Guerini -, ma la crisi impone nuove spese per il sociale. Inoltre, le difficoltà dell’edilizia hanno causato un calo degli oneri di urbanizzazione, una diminuzione che a seconda dei casi è del 30 o 50 per cento. Lodi ha scelto di non tagliare i servizi, certo, bisogna combattere gli sprechi e ridurre le collaborazione esterne, il nostro tutto sommato è un quadro che tiene». Il federalismo fiscale dovrebbe risolvere i problemi: «Il punto è che il federalismo fiscale andrà a regime fra dieci anni - conclude Guerini -, e noi dobbiamo arrivarci vivi».

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