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domenica 30 agosto 2009

Berlusconi come le tre scimmiette

Il Giornale all'assalto parla di assalto al Giornale. E nello stile Berlusconi che fa? utilizza naturalmente un sondaggio "usa e getta" e strilla: L’assalto contro «il Giornale» dei moralisti smascherati, e il coro di solidarietà che si è levato da sinistra a destra a favore di Dino Boffo, non hanno convinto gli italiani. È il risultato di un sondaggio lanciato da Sky Tg 24. La domanda rivolta ieri al pubblico è secca: «Il Giornale attacca la vita privata del direttore di Avvenire. I vescovi: «Fatto disgustoso. Con chi stai?». Ebbene, all’ora di cena il risultato è schiacciante: il 65 per cento risponde che sta dalla parte del quotidiano, quasi i due terzi del totale. Solo il 35 per cento si schiera a difesa del direttore moralista. La domanda, va sottolineato, non è rivolta soltanto ai lettori del Giornale, ma a tutti i telespettatori del popolare canale televisivo «all news» di proprietà di mister Rupert Murdoch alias «lo Squalo», magnate dell’editoria internazionale.
Ma intanto Berlusconi che ben conosce la valenza dei sondaggi e annusa l'umore del popolo vero si affretta a smentire alcune ricostruzioni giornalistiche che definisce, nel caso specifico, "falsità": "In questi giorni - sostiene il presidente del Consiglio - non ho mai avuto alcuna conversazione telefonica con il direttore del Giornale né con altri suoi collaboratori". Non c'entro dice insomma e chissà se Feltri, come Leonardo, arriverà a mangiare il panettone. E per fortuna per il Cavaliere che c'è Gheddafi, si può "rifuggiare" in Libia per togliersi di torno.Un lancio di agenzia delle 16:37 diceva "Silvio Berlusconi è atterrato a Tripoli. Il premier parteciperà ai festeggiamenti in occasione del primo anniversario della firma del Trattato di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia. Il presidente del Consiglio è stato ricevuto dal primo ministro libico Baghdadi Mahmudi e dal ministro degli esteri Mussa Kussa. Berlusconi avrà un incontro con il leader libico Muammar Gheddafi". Un posto, forse l'unico insomma, dove nascondere la faccia, perché altrove i giornali sono impietosi, come ci dicono queste corrispondenze a Repubblica.it.
Grande evidenza sul principale quotidiano finanziario americano.
"Il primo ministro italiano ha ricevuto uno sgarbo pubblico inusuale".
Affondo del Wall Street Journal: "La Santa Sede umilia Berlusconi".

Federico Rampini.

New York - "Il Vaticano umilia Berlusconi dopo l'attacco del suo giornale". Il titolo è a sei colonne sul Wall Street Journal, un'evidenza insolita per il principale quotidiano finanziario degli Stati Uniti. L'articolo esordisce così: "Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi ha ricevuto uno sgarbo pubblico inusuale da parte del Vaticano, dopo che un quotidiano controllato da suo fratello aveva attaccato il direttore di un influente giornale cattolico per le critiche alla vita privata del premier".
Considerato "la Bibbia" dell'establishment capitalistico americano, primo quotidiano economico al mondo per diffusione, The Wall Street Journal è solidamente conservatore. Non aveva ancora dato un tale rilievo alle vicende di Berlusconi. L'articolo osserva che "l'incidente con il Vaticano accade in un momento delicato per il primo ministro". Ricorda che le rivelazioni sulla sua vita privata negli ultimi mesi "hanno fatto sì che le sue relazioni con la Chiesa cattolica sono diventate sempre più tese". Il lungo servizio da Roma conclude: "L'intenzione di Berlusconi di partecipare alla Perdonanza era vista come un gesto nel senso del pentimento. La Santa Sede non ha voluto che fosse strumentalizzata come una benedizione alle sue posizioni politiche e alla sua vita personale".
Lo spazio dedicato a questa vicenda dal Wall Street Journal, che fa parte del gruppo Dow Jones di proprietà di Rupert Murdoch, segnala un salto di visibilità nei mass media americani, finora meno attenti rispetto a quelli inglesi, tedeschi, francesi e spagnoli. Sulla causa per diffamazione contro i giornali, il Wall Street Journal riprende la tesi dell'editoriale di Repubblica sul tentativo del premier di dirottare l'attenzione dalle sue difficoltà personali.

Sì, avete letto bene il padrone del Wall Street Journal è il Rupert Murdoch di Sky TG 24. Tirate voi le conclusioni di peso e di misura.

Il Telegraph sulla denuncia di Berlusconi.
"L'Italia è indignata, avrà ripercussioni".
Enrico Franceschini.

Londra - "Gli italiani arrabbiati dopo che Berlusconi dichiara guerra ai giornali". Questo il titolo con cui il Sunday Telegraph di Londra continua a seguire l'evoluzione della vicenda italiana, dopo la denuncia per diffamazione contro Repubblica e altri giornali europei da parte del presidente del Consiglio e dopo la nuova crisi nella relazioni tra il premier e il Vaticano per l'articolo del Giornale contro il direttore dell'Avvenire. Il caso ha ricevuto e riceve l'attenzione dei maggiori giornali e delle principali reti televisive in gran parte del mondo, non solo in Europa ma anche in America e in Russia, dove i tg hanno dato ampio rilievo agli ultimi sviluppi.
"Silvio Berlusconi dovrà confrontarsi con le ripercussioni" delle sue azioni legali contro i giornali che hanno riportato gli scandali della sua vita privata, scrive il Telegraph, notando che la decisione di chiedere un risarcimento danni per un milione di euro a "Repubblica" ha suscitato "indignazione" in Italia e potrebbe dunque rivelarsi un contraccolpo per il premier. Il quotidiano londinese nota che le associazioni della stampa e i giornalisti italiani hanno condannato l'iniziativa del leader del Pdl contro "Repubblica" e riferisce di denunce analoghe lanciate dall'avvocato Ghedini, a nome di Berlusconi, contro El Pais in Spagna, contro il settimanale Novel Observateur in Francia e la minaccia di cause per diffamazione anche contro giornali britannici, la cui copertura della vicenda è stata giudicata particolarmente "aggressiva" da Ghedini, scrive il Telegraph.
Sempre sul Sunday Telegraph, edizione domenicale del Telegraph, una testata conservatrice, c'è stamane un'intera pagina di inchiesta su un aspetto dello scandalo: l'esistenza di un "open marriage", un matrimonio aperto, ossia in cui ognuno poteva condurre la propria vita privata, tra Berlusconi e la moglie Veronica Lario, secondo quanto emerso dal libro "Tendenza Veronica" di Maria Latella, uscito nei giorni scorsi in una nuova edizione aggiornata in Italia, o perlomeno secondo quanto riportato in merito al libro dalla stampa britannica, che ha interpellato anche l'autrice. "Oh, Silvio, hai violato i patti", s'intitola l'ampio servizio, che cerca di spiegare perché Veronica Lario ha sopportato così a lungo l'infedeltà del coniuge e in quali circostanza possa funzionare il concetto di "coppia aperta".
"Veronica sapeva che il marito conduceva una vita indipendente, ma a un certo punto lui ha violato gli accordi", dice al Telegraph Maria Princeton, una businesswoman che ha avuto a sua volta un "matrimonio aperto" col proprio marito. "Ma con una regola strettamente osservata", precisa, "non fare niente in pubblico che possa umiliare mio marito o i nostri figli". Un libro intitolato "Open marriage", uscito in Inghilterra nel 1972, diventò un best-seller, vendendo un milione e mezzo di copie, scrive il giornale londinese e non mancano esempi recenti, come quello dell'attrice Tilda Swinton, che vive con lo scrittore John Byrne, padre dei suoi due figli, ma l'anno scorso si è presentata a ritirare un premio con il suo "boyfriend", Sandro Kopp. Ma per lo più simili coppie restano insieme per il bene dei figli, commenta sulle colonne del medesimo quotidiano lo psicologo Philip Hodson della British Association of Psychoteraphy: "Quando si apre il vaso di Pandora, ciascuno deve cercare di controllare la propria sventatezza e sforzarsi di capire quello che sta provando il suo partner".
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