Il presidente della Provincia di Lodi entra infatti nel merito delle vicende: “il ragionamento è molto semplice. Un cittadino o un’istituzione che intendesse sostenere l’interesse nazionale in campo agroalimentare è sicuro di non sbagliarsi se prende le parti dell’agricoltura. Le richieste sempre più pressanti per etichettatura, rintracciabilità, difesa delle tipicità e mantenimento dei valori legati al mondo agricolo, sono da sostenere ad occhi chiusi”.
Sostegno che la Provincia, e qui sta la novità, è pronta a riconoscere anche nel caso in cui altri anelli di filiera si trovassero in posizioni discordanti. “Gli industriali del comparto sono una forza da tenere assolutamente in considerazione: oltre ai posti di lavoro che garantiscono, non manco di rilevare come il prestigio del Made in Italy si debba in ugual misura anche a loro, alla sapienza nel trasformare la materia prima in prodotti di eccellenza. E proprio per questo motivo non si capiscono le motivazioni che portano una parte dell’industria ad essere recalcitrante verso forme che identifichino e proteggano il reale Made in Italy”.
Foroni traccia la linea della Provincia di Lodi: “non ragioniamo in termini di lobby, ma sulla base di principi. Ed oggi i nostri principi convergono decisamente con quelli dell’agricoltura: in questo credo che la strada tracciata dal ministro Zaia sia illuminante e pienamente condiviso”.
L’appoggio della Provincia di Lodi ai temi dell’agroalimentare si è manifestato in modo diretto con l’invio prima al Brennero e poi al presidio presso il Carrefour di Assago di Davide Dornetti, coordinatore del tavolo provinciale agricolo: “sia chiaro, come istituzione non ci schieriamo con una sola sindacale ma tutto il comparto e con chiunque difenda gli interessi italiani”, afferma Dornetti. Ciò premesso, l’esperienza vissuta in questi giorni ha lasciato Dornetti quasi turbato: “vedere ciò che avviene in frontiera è istruttivo, invito i mass media a provare di persona e a mantenere viva l’attenzione su queste cose. La realtà è che il sistema Schengen mostra falle clamorose: da una parte si mortificano quegli stati che fanno dell’agroalimentare un loro punto di forza, impedendo loro di combattere pirateria e falsi alimentarti. Dall’altro viene da domandarsi quanto si abbia a cuore la tutela della salute pubblica, viste certe sconcerie che transitano ogni minuto dalle nostre frontiere”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.