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venerdì 24 luglio 2009

Case, l'invenduto è molto

Abbiamo pubblicato numerosi articoli riguardanti la costruzione di nuove case, il mercato edilizio ed i piani casa del governo e regionale. Stimolati dalle previsioni di espansione abitativa contenute nel Piano di Governo del Territorio (PGT), abbiamo voluto renderci conto di quella che oggi è la situazione del mercato, del reale fabbisogno e della filosofia che affascina molti amministratori col miraggio di denaro fresco proveniente dagli oneri di urbanizzazione e dall'Ici sui terreni edificabili. Abbiamo raccolto e quotidianamente raccogliamo materiale sotto forma di articoli di stampa ed altro, che abbiamo pensato di mettere a disposizione per una riflessione collettiva sul fenomeno con la realizzazione di uno speciale ad hoc. Qui pubblichiamo un primo articolo tratto da Il Giorno di giovedì 23 luglio.
La panacea mattone.
Speciale - Parte prima.


Rassegna stampa.

Fra quanti conoscono la situazione del settore edile, nel territorio, sia nel settore delle compravendite che in quello delle costruzioni, c’è senz’altro Gio Gozzi, architetto e imprenditore edile, attivo nel Lodigiano, nonché consigliere comunale Pdl. «Il piano casa della Regione non l’ho letto nel dettaglio — premette, — ho letto qualcosa sui giornali. Devo dire che al momento non mi sembra che in Italia esista un grande fabbisogno di nuove case. L’invenduto è molto, i prezzi stanno scendendo in modo forte e sta invece crescendo il prezzo dei terreni agricoli. Non si può più pensare all’edilizia come negli anni Sessanta e Settanta, quando da sola bastava a muovere l’economia», spiega Gozzi.
Ma un dato positivo, nel giudizio dell’architetto-imprenditore, arriva però su un altro pacchetto di misure, sempre previsto all’interno del piano di demolizioni, ampliamento e ristrutturazioni varato dalla Regione su indicazione del Governo: quello sulle politiche di incentivo del risparmio energetico. «In questo campo — spiega — incentivi per investimenti che riducano i consumi possono essere una politica corretta. La casa rappresenta un costo fisso: intervenire su impianti e, ad esempio, sull’isolamento degli infissi aiuta a ridurre questo costo, costituendo quindi un risparmio che produce reddito». Ma un’altra parte dei provvedimenti sulla casa assunti dallo Stato e dalle Regioni riguarda l’edilizia popolare. Altro punto che Gozzi giudica favorevolmente. «Incrementare gli investimenti sulle case popolari è in generale un fatto positivo — spiega l’architetto —. Questo consente infatti di calmierare i prezzi nei periodi in cui il mercato ha soglie d’accesso molto alte, come, ad esempio, è accaduto nel 2001. Naturalmente, bisogna tenere d’occhio la qualità degli investimenti. Perché, tradizionalmente, le case popolari sono costruite con criteri di impianti e isolamento di bassa qualità complessiva, che genera un aumento dei costi di gestione». Insomma, un giudizio non critico, ma attento agli aspetti in chiaroscuro del piano. «Le leggi di per sé sono solo uno strumento — conclude —. Bisogna capire come applicarle. Penso ad esempio alla norma sul recupero dei sottotetti in Lombardia. Poteva essere sensata, perché evitava il consumo di nuovo territorio, ma in alcuni immobili l’effetto estetico è stato spesso non all’altezza delle premesse».

(1 - continua)

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