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domenica 1 novembre 2009

Non negare la possibilità del riscatto dal male

Testimonianza. «Perché portare in cattedra una ex-brigatista?».
Rassegna stampa - Avvenire, Lorenzo Conti, 1 novembre 2004.

Sono Lorenzo Conti, figlio di Lando, già Sindaco di Firenze, assassinato dalla Brigate Rosse-Partito comunista combattente il 10 febbraio 1986. Vi segnalo che ho presentato un esposto alla Procura della Corte dei Conti della Regione Calabria in relazione a quanto ho potuto constatare nei giorni scorsi ad Aiello Calabro, dove mi sono recato per partecipare al convegno: «Gli anni di piombo, dalla parte delle vittime». Si tratta di una manifestazione nata dai giovani della città in risposta alla presentazione del libro «Perché io, perché non tu» dell’ex terrorista Barbara Balzerani, voluta dal sindaco della città di Aiello, Franco Iacucci e giustificata con «motivazioni legate all’esigenza, a volte dimenticata, di ripensare il nostro passato recente, che spesso semina più dubbi che certezze». Io una certezza ce la ho: Barbara Balzerani, nel processo di Napoli, il 12 Febbraio 1986 rivendicò dal carcere l’assassinio di mio padre: erano passate solo 36 ore dal delitto. Non entro nel merito morale della vicenda… Mi voglio invece soffermare su un altro aspetto: in quell’occasione il sindaco Iacucci acquistò, con i soldi del Comune, un certo numero di copie del libro. Sempre il sindaco affermò: «Il libro di Barbara Balzerani è uno strumento didattico da consigliare». Allora mi nascono delle domande spontanee: 1. Si può impegnare il denaro pubblico proveniente dalle tasse regolarmente pagate dai cittadini onesti (compreso me e la mia famiglia) per acquistare libri «didattici» del tipo di «Perché io, perché non tu»? 2. Quante copie del libro sono state acquistate e a quale prezzo? 3. Chi ha deliberato lo stanziamento della cifra necessaria? 4. La scelta è stata condivisa con il Consiglio comunale? Nella mia famiglia ci è stato insegnato che il denaro pubblico deve essere amministrato con la massima attenzione: questo concetto è ormai passato; ha perso valore? Così, come tanti altri, mi domando se tanta «ondata riabilitatoria» di ex terroristi di destra e sinistra, anonimi e no, significhi che «hanno vinto loro» con l’abbandono del Paese a un regime di impostura e violenza che mio padre, milioni di persone per bene, giudici, poliziotti, carabinieri hanno combattuto. Oggi sembra essere nato un nuovo status giuridico: quello del terrorista, al quale, pentito o no, saranno comunque estesi in un futuro non lontano, come alle persone per bene, favori e persino diritti, protetti dalla legge. Mi si dice che il tutto rientra nell’alveo di quel doveroso sentimento di umana solidarietà, di volontà di riabilitazione, che connota un buon governo. Ed è qui che non capisco, domandandomi se sia giusto, che una persona insignita di incarico pubblico possa sentirsi onorata di contiguità e amicizia con chi fu disposto ad uccidere.
Ho tristi pensieri per la nostra amata Repubblica, non riuscendomi a spiegare il perché di tante premure verso criminali così efferati da parte di una fra le più belle regioni d’Italia e da un suo sindaco.
Che cosa stiamo insegnando, noi, oggi, ai nostri giovani?

Pubblichiamo volentieri, gentile signor Conti, questa sua lettera aperta. Che è un grido di dolore e una denuncia civile. Sono convinto che nessuno può rinunciare a fare fino in fondo, senza astuzie e reticenze, i conti col proprio passato (soprattutto quando è segnato dall’assassinio), tanto quanto credo che a ognuno dev’essere concessa la possibilità di liberarsi dalle catene del male che ha provocato. Barbara Balzerani, terrorista rossa autocritica ma non pentita né dissociata, ha cercato di percorrere una strada mediana e di spostare su un piano puramente politico e culturale il dibattito sulle efferate scelte eversive delle Br. A mio giudizio, si tratta di una via insufficiente e rischiosa. Che, in ogni caso, non dovrebbe mai portare in cattedra chi la tenta. E tantomeno metterlo sullo stesso piano delle vittime e – secondo il programma ipotizzato dal sindaco di Aiello Calabro – dei figli delle vittime. (mt)
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