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domenica 18 ottobre 2009

Calzini turchesi vs Escorts


Rubrica quasi quotidiana di controinformazione

Come si può essere "giudici con delle calzette color turchese"? Già quando un presidente del Consiglio va a escort... Insomma Canale 5 e Il Giornale (l'articolo "Mondadori, il giudice brindò alla fine di Silvio") ci hanno voluto dipingere il giudice Mesiano sulla falsariga di vecchi metodi (ricordate: i comunisti mangiano i bambini) per squalificare il proprio avversario o, comunque - ed è questo l'aspetto più preoccupante - chi si ritiene un proprio insormontabile avversario. È successo con il direttore di Avvenire Boffo dato in mano ai coyoteros di Feltri. Ci provano senza successo da tempo con Santoro e soci. Guardatevi il servizio di "barba e capelli" - la metafora è suggerita dal pezzo televisivo - fatto a Raimondo Mesiano a Mattino 5, conduttore Claudio Brachino. Si mostrano ai telespettatori le immagini "in esclusiva" dei presuntissimi comportamenti "stravaganti" del giudice civile milanese. Sicuramente comportamenti estremamente stravaganti, tanto stravaganti da dubitare della sua obiettività nel processo nella quale ha condannato il gruppo Fininvest a risarcire alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro!!! Per un affronto e "scippo" simile all'azienda di Segrate il calzino turchese messo in mostra mentre il giudice se ne sta seduto su di una panchina non solo è un indumento strano, ma è trattato alla stregua di un'arma di distruzione di massa. Sì, e scusate l'indignazione, di quei c... che Berlusconi ha a libro paga.



Il 16 ottobre il giornale di Padellaro e Travaglio scriveva, articolo di Marco Lillo, intitolando "Caso Mondadori, continua la caccia al giudice Mesiano": «Il giudice Mesiano, quello che ha osato condannare la Fininvest a pagare 750 milioni di euro, è stato seguito mentre passeggia per Milano e va dal barbiere. Il servizio, trasmesso da “Mattino5” di Claudio Brachino, mostra il giudice che fuma e “non riesce a stare fermo”. D’altronde “alle sue stravaganze siamo ormai abituati”. In coda arriva lo scoop: “Mesiano ci regala un'altra stranezza: guardatelo seduto su una panchina: pantalone blu, mocassino bianco e calzino turchese”. Dietro la caccia all’uomo travestita da giornalismo si intravede lo stile di Alfonso Signorini. Il Cavaliere ha annunciato “notizie” su Mesiano e, dopo avere spedito i cronisti di “Chi” in Calabria per trovare notizie sulla salute e la famiglia del giudice, a Mediaset si dice che proprio Signorini avrebbe avuto l’idea del pedinamento. A un calzino turchese.»
«Lui ordina e subito Mediaset colpisce», titola invece oggi in prima pagina Il Fatto Quotidiano e spiega: «Un grande gruppo televisivo piegato agli interessi del Capo. Nei canali di Berlusconi, il pluralismo viene travolto dalla caccia all'uomo. Il pedinamento di Mesiano. Censurate perfino le Iene. Petralia del Csm: "un giudice pedinato. L'hanno fatto solo i servizi e la mafia"»



Ed il Fatto lancia una campagna "Siamo tutti Raimondo Mesiano - Anch'io ho il calzino turchese". Solidarietà al giudice Mesiano: molti magistrati da lunedì andranno a lavoro con i calzini turchesi in segno di solidarietà con il loro collega Raimondo Mesiano linciato da Canale5 per aver osato dare torto alla Fininvest. Il quotidiano di Padellaro e Travaglio invita: "Facciamolo anche noi. Lasciate un messagio e mandateci le vostre foto con i calzini turchesi", attraverso il blog "l'Antefatto", Facebook, Twitter, Flickr.



Dino Petralia (Csm):"Un magistrato controllato e pedinato: l'ho visto fare solo a mafia e Sismi".
Rassegna stampa - Il Fatto Quotidiano, Sandra Amurri, 18 settembre 2009.

Da magistrati comunisti a mentalmente disturbati fino a giudici video-registrati ed esposti al pubblico ridicolo. Come dire: state attenti, se la sentenza non è di mio gradimento passo alla demolizione personale. Si è superata la misura consentita da uno Stato di diritto? Ne discutiamo con Dino Petralia, componente del Csm, appartenente alla corrente del movimento per la giustizia che fu di Giovanni Falcone, già Procuratore della Repubblica in Sicilia per tanti anni.
“Concordo, siamo all’attentato dello Stato di diritto. Vi è una valenza intimidatrice generale, ossia nei confronti di tutti i magistrati e c’è il rischio che i magistrati staranno bene accorti ad emettere sentenze sgradite al potente di turno. Sono stati utilizzati metodi investigativi che riguardano l’uomo magistrato come se le sentenze risentissero delle abitudini di vita del giudice. Basta manipolare bene il risultato video dell’osservazione, come è in grado di fare una televisione, e il risultato è assicurato: isolare il giudice agli occhi dell’opinione pubblica ridicolizzandolo con effetti devastanti per l’autonomia e l’indipendenza, non solo di quel giudice, ma di tutti i magistrati, valori, questi, sanciti dalla Costituzione. Che fare? Farsi difendere dai propri rappresentanti di categoria dell’Anm o istituzionali, cioè il Csm”.
“Il Consiglio superiore della magistratura promuove il giudice anti-Fininvest” scrive Il Giornale. Trattasi di manipolazione strumentale dell’informazione o di un’accusa fondata?
“Non è una promozione (sorride) ma un passaggio di carriera che sarebbe avvenuto comunque, e che per puro caso è avvenuto ora perché è il turno dei vincitori del concorso di Mesiano che peraltro è anche il mio”.
Crede che il “mandante” il premier, che aveva annunciato: “Ne vedrete delle belle su questo giudice” abbia anche voluto dire ai magistrati che indagano sulle note vicende delle escort: mettete il naso nella mia vita privata vi dimostro che posso farlo anch’io?
“È un parallelo inaccettabile quello tra il Premier e il singolo magistrato. Il magistrato parla attraverso le sentenze in nome del popolo italiano. Il premier è un soggetto politico, dunque, la sua esposizione mediatica è parte integrante del ruolo che riveste. Nella sentenza il giudice non scrive: io magistrato ti condanno, o ti assolvo, bensì il Tribunale in nome del popolo italiano… ”.
Esiste il rischio di emulazione da parte dei cittadini?
“Certamente. Immaginiamo chi sconfitto in primo grado si rivolga ad un investigatore per filmare la vita privata del giudice al fine di ridicolizzarlo. Saremmo di fronte ad un circuito di verifica parallela a quello lecito rappresentato dai tre gradi di giudizio”.
Ha memoria di esempi simili a quello del giudice Mesiano?
“Me lo lasci dire, la vicenda Tavaroli, pedinamenti che alcuni agenti deviati del Sismi avevano fatto nei confronti di Spataro ed altri magistrati. Il Consiglio Superiore votò all’unanimità una delibera di tutela. Finora il controllo e il pedinamento della persona è stato riservato a questa vicenda del Sismi, e per la mia esperienza, alla mafia”.
Sta dicendo che siamo di fronte a metodi mafiosi?
“Mi limito a registrare ciò che ho appreso durante il mio lavoro in Sicilia”.
Come ci si difende dal tentativo di demolizione dello Stato di Diritto?
“Le debbo rispondere in tre modi differenti: come membro del Csm dico che in Consiglio faremo di tutto per tutelare il collega Mesiano, come magistrato rispondo, per fortuna che c’è l’Anm, che fa egregiamente la sua parte, nonostante venga da molti ritenuto un organismo di opposizione politica; da cittadino scenderei in piazza per difendere la Costituzione”.
Ritiene che il Presidente della Repubblica debba assumere una posizione di ferma condanna?
“Sì e lo debba fare nel doppio ruolo di Capo di uno Stato che sta vivendo un gravissimo disagio istituzionale e di Presidente del Csm per ristabilire, alla luce della Costituzione, di cui è Supremo custode, indipendenza e autonomia della magistratura”.
Lei si fa scudo della Costituzione, ma Berlusconi è pronto a cambiarla.
“Bene, ma la Costituzione si cambia solo rispettando le regole che la Carta stessa detta non seguendo altre regole, come ha ricordato la Consulta bocciando il Lodo Alfano”.

Aggiungo infine il resoconto delle reazioni alla vicenda che ne dà Nicola Veschi per Sky TG 24 dopo la segnalazione dell'Associazione nazionale magistrati che ha chiesto l'intervento del Garante della privacy.

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