Quella che si celebra oggi è la 43ª Giornata mondiale della pace. Ci piace ricordarla attraverso un articolo riportato nell’inserto “Popotus” , il giornale che “Avvenire” dedica ai bambini, ma che a nostro avviso torna utile anche per noi adulti.
Ecco cosa ci insegna.
Lo sappiamo tutti: la terra è la nostra casa comune. È lei a fornirci il cibo, l’acqua, l’aria da respirare. Distruggerla significa condannarci alla morte. Eppure tante volte ce ne dimentichiamo. Le conseguenze sono fiumi e mari inquinati, l’aumento di fenomeni estremi come le alluvioni, l’egoistico uso da parte di pochi dei beni naturali che sono di tutti. Nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace che si celebra domani, il Papa ci ricorda proprio questo, che l’uomo non è il padrone della natura, o meglio della creazione dono di Dio, ma il custode. Il suo compito è difenderla per darla in eredità a figli e nipoti, a loro volta chiamati a fare altrettanto. «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato», il titolo della riflessione in cui Benedetto XVI sottolinea che la salvaguardia della natura è decisiva per la pacifica convivenza dell’umanità.
Insieme alla crudeltà umana e alla voglia di potere, infatti, molti conflitti dipendono dalla mancata possibilità di accedere alle risorse naturali, l’acqua soprattutto. E allo stesso tempo cresce il fenomeno dei profughi ambientali, persone che a causa del degradamento dei luoghi in cui vivono sono costrette a lasciarli, per affrontare i pericoli e i rischi del trasferimento in una terra straniera. A pagare le conseguenze di un cattivo uso delle risorse naturali (pensiamo a quanta acqua sprechiamo!), sono come sempre i poveri e i più deboli.
Di qui l’invito del Papa a una revisione profonda e lungimirante, cioè che guarda avanti, del modello di sviluppo, che significa usare i beni naturali per promuovere l’uomo. In altre parole, vanno bene la ricerca scientifica e l’uso delle nuove tecnologie purché vengano messe a disposizione dell’intera umanità e non servano ad allargare le distanze tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud del mondo.
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