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domenica 2 agosto 2009

Evitare le esagerazioni

La richiesta di Confagricoltura.
Flagello diabrotica «Soluzioni urgenti da parte del Pirellone».
Rassegna stampa - Luigi Albertini, Il Giorno di ieri.

Botta e risposta sul problema diabrotica fra il presidente di Confagricoltura Milano-Lodi Mario Vigo e il Pirellone. «Non possiamo immaginare di poter affrontare un altro anno come questo - sostiene Vigo. La diabrotica ha messo in ginocchio le coltivazioni di mais delle nostre campagne e quindi occorrono soluzioni concrete per affrontare questa nuova emergenza». Dal Pirellone, invece, si invita alla moderazione: «il problema esiste, ma non occorre creare allarmismi esagerati». «Vogliamo che le scelte vengano adottate sulla base di studi ed approfondimenti scientifici - insiste Vigo , senza preconcetti e senza demonizzazioni: è necessario trovare una soluzione che sia sostenibile per tutti, da un lato per l’ambiente e dall’altro per la redditività delle nostre imprese agricole».
E aggiunge: «teniamo presente che nel nostro Paese la ricerca in tema di miglioramento varietale del mais è ferma ormai da anni e se a questo aggiungiamo il crollo dei prezzi e, per contro, l’esplosione dei costi di produzione, è evidente che le nostre imprese non riescono a fare bilancio e quindi non possono sopportare ulteriori aggravi e divieti». Il riferimento è legato alla proibizione di sottoporre la granella di mais, prima della semina, ad un trattamento chimico per preservarla dagli attacchi degli insetti. Confagricoltura ritiene che la diabrotica sia figlia proprio di tale divieto, ma i risultati nei campi, a parere dell’organizzazione agricola, «sono semplicemente disastrosi e negare l’evidenza non aiuta certo a risollevare le sorti dell’agricoltura lodigiana e lombarda». La chiosa finale di Vigo è significativa: «d’altro canto, il mais è la base delle produzioni zootecniche e dei prodotti tipici lombardi. Senza mais è la fine della nostra zootecnia e dell’agricoltura della prima regione agricola italiana».
Sul fronte di Coldiretti Milano-Lodi, invece, parte un attacco alla mancanza di controlli sulla provenienza del latte. L’occasione viene suggerita dal «blitz» dei Nas sulle mozzarelle e sul «grana» ammuffito. «Serve l’origine dei prodotti», calca la mano il presidente provinciale Carlo Franciosi: «confermiamo in toto la necessità di avere l’indicazione d’origine dei prodotti e la completa tracciabilità delle materie prime utilizzate».

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