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giovedì 31 dicembre 2009

MARCIA DELLA PACE

Per l'uomo e per il creato
Si celebra questa sera a L'Aquila con il messaggio di Benedetto XVI la tradizionale Marcia della Pace 2009. L’iniziativa è promossa da Cei, Pax Christi e Caritas italiana. I partecipanti sosteranno in silenzio, in ascolto e in preghiera nei luoghi colpiti dal sisma del 6 aprile. La Marcia si inserisce nel programma della Giornata mondiale della Pace (1 gennaio 2010), sul tema "Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato" scelto da Benedetto XVI nel suo messaggio.
“Ogni attenzione dell’uomo verso il creato è un’attenzione nei confronti di se stesso. Per questo è importante richiamare ad un’unità di pensiero: custodire il creato per custodire l’uomo, favorendo quel bene grande che è la pace”. Sono le parole di mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.
“Quest’anno la Marcia della Pace, ha proseguito mons. Casile, assume un significato particolare perché si svolge proprio a L'Aquila, in una terra che tremando ha sconvolto la vita di tante persone. Vuole essere un’occasione per dimostrare l’attenzione della Chiesa verso le persone colpite dal terremoto e un segno di gratitudine nei confronti dei volontari che in questi mesi si sono susseguiti nel prestare servizio sul territorio”.
La Giornata purtroppo si celebra mentre in molte parti d'Italia stiamo assistendo a tragedie che richiamano un rapporto non sano tra uomo e ambiente ed è evidente che una riflessione è doverosa da parte di tutti. E nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI sottolinea fortemente la stretta relazione tra promozione della pace e rispetto del creato invitando tutti gli operatori a promuovere la ricerca e l’applicazione di energie di minore impatto ambientale.
“È una sollecitazione fondamentale, conclude mons. Casile, perché ciascuno di noi partecipa al bene comune del creato che il Santo Padre, nella ‘Caritas in Veritate’, declina come il ‘bene di noi tutti. È un bene che riguarda tutta l’umanità, di là da ogni credo religioso. La consapevolezza del limite ci deve rendere più responsabili nella promozione di energie attente all’ambiente e nelle scelte quotidiane. Se il rispetto del creato diventasse un’attenzione al fratello, di sicuro faremo un grande balzo avanti nella considerazione reciproca e nel percorso di costruzione di pace”.
“Noi abbiamo ricevuto questo mondo come un dono dalle generazioni che ci hanno preceduto. Spetta a noi preservarlo e custodirlo, per trasmetterlo ai nostri figli in uno stato migliore di quello attuale. Esiste una solidarietà tra le generazioni. Una cura particolare deve essere rivolta ai giovani perché a loro è indirizzato il cammino formativo di cui parla il Papa, affinché siano educati ad un’attenzione ecologica che sia non soltanto ambientale ma tenga conto del creato, della pace e dei temi che ruotano attorno ad essa. Un’ecologia umana attenta ad ogni risvolto della vita. Se le comunità s’impegnassero in questa direzione, formerebbero dei cristiani all’altezza dei nostri tempi. Sul modello di San Francesco: un discepolo di Cristo che vive la fede nel mondo, promuovendo la pace e interessandosi ad ogni aspetto della società civile”.
Giuseppe Spagliardi

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