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lunedì 7 dicembre 2009

Seminario di studio sull'immigrazione

All’incontro dell’Azione cattolica don Mazzoni ricorda di «guardare allo straniero non come nemico ma come ospite». «Non abbiamo abusato delle espulsioni». Al seminario il prefetto difende le leggi anticlandestini del governo.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Sara Gambarini, 7 dicembre 2009.

Al seminario di studio sul fenomeno dell’immigrazione la discussione si infiamma su espulsioni, ronde e respingimenti. Provvedimenti italiani “borderline” per il diritto internazionale, come sostenuto dal professore di Diritto europeo Dino Rinoldi, ma finalizzati alla tutela degli immigrati regolari e dei cittadini italiani, secondo il prefetto di Lodi Peg Strano Materia, per cui normative forti da applicare con coraggio e coscienza vogliono solo evitare l’ingresso di stranieri senza buoni propositi. Il tutto, in un Italia dove gli immigrati regolari sono oltre 4 milioni e nel Lodigiano 25mila. Così, partendo da questi dati reali, l’Azione cattolica di Lodi, in collaborazione con altre associazioni del territorio, ha dato il via sabato mattina alla Casa della Gioventù a un seminario di studio dedicato al fenomeno dell’immigrazione, dove sono intervenuti anche don Attilio Mazzoni, docente di teologia morale, e il moderatore Abdoulaje Mbodj, senegalese e cittadino italiano, affiancato da Ernesto Danelli, presidente diocesano di Ac, che ha parlato di “accoglienza” quale tema annuale dell’Ac e valore guida della mattinata di approfondimento, a cui monsignor Giuseppe Merisi ha invitato ad accostarsi «con l’attitudine di essere aiutati e aiutare gli altri ad argomentare e ragionare, proponendo le prospettive della dottrina sociale della Chiesa Cattolica».
Al momento, poi, la legge Bossi-Fini e pacchetto sicurezza Maroni sono le normativa a cui lo Stato italiano fa riferimento. Contemplando espulsioni e respingimenti: «Provvedimenti di cui il prefetto non ha mai abusato», ha dichiarato la dottoressa Strano, ricordando che «questa legge non è contro l’immigrazione ma in contrasto con criminalità e schiavitù». In tema di ronde, poi, il prefetto ha dichiarato: «Per il momento alla prefettura lodigiana non è pervenuta nessuna richiesta per la formazione di queste associazioni che collaborano con le forze dell’ordine secondo il principio di sicurezza partecipata», mentre per la dottoressa Strano «l’immigrazione resta una risorsa e nel mio lavoro ho ritenuto l’incontro con culture e mentalità differenti un arricchimento, convinta però che chi viene in Italia debba rispettare i nostri principi e le nostre leggi». Le fonti del diritto, però, sono tante e in riferimento ai recenti respingimenti in mare il professor Rinoldi ha sottolineato: «Secondo il diritto internazionale generale, nel caso in cui le persone siano in pericolo, sussiste sempre l’obbligo di soccorso e in alto mare un organo di stato svolge la stessa funzione che svolge nella sua giurisdizione, garantendo i diritti umani». Contrasto poi per Rinoldi fra il reato d’immigrazione clandestina e la Convenzione di Palermo 2000 che «vieta di penalizzare le vittime di tratta o traffico, fra cui molti clandestini».Per don Mazzoni, però, è necessario che in Italia ci si preoccupi anche dell’immigrazione regolare, «tornando a privilegiare le interazioni umane, passando dalla visione dello straniero come nemico a quella di ospite». Molte le domande che si pongono i cittadini italiani e stranieri sull’argomento: ma se una donna clandestina partorisse in Italia, il bambino che tutele avrebbe? Il permesso di soggiorno per 6 mesi. Ma come si può guardare allo straniero in positivo se in Italia è stata diffusa l’idea del “clandestino uguale delinquente”? Di certo, conoscere e formare. Anche attraverso un percorso di studi come quello di sabato, per non trovarsi impreparati all’incontro con volti diversi.

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