La proposta “non è nuova ed era stata lanciata nell’autunno del 2008, all’interno della discussione sulla legge sulla sicurezza. Lo strumento del permesso di soggiorno a punti risulta essere uno strumento efficace solo dentro una politica dell’integrazione”. E’ quanto afferma al SIR mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando la proposta del permesso di soggiorno a punti per gli immigrati. Nei Paesi in cui è stato sperimentato (Germania, Canada, Svizzera, Australia…) è stato “efficace” solo perché nato – spiega mons. Perego - “dentro una politica che favoriva il permesso di soggiorno in tempi brevi e certi”, una politica scolastica che “favoriva sia i lavoratori che gli studenti”. Serve allora una nuova legge sulla cittadinanza, che “passi dal jus sanguinis al jus soli”, che “aiuti la partecipazione politica e sociale” e una politica che “favorisca i ricongiungimenti familiari” e “la tutela della sicurezza sul lavoro con risorse certe”. Per il direttore della Migrantes occorre “distinguere tra le persone che iniziano un cammino di stabilizzazione nel nostro Paese e coloro che sono temporaneamente e precariamente presenti sul territorio, oltre che tra i diversi tipi di lavoratori”.
FATTI E PAROLE
Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio
Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.
La parola al lettore
Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.
Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.
sabato 6 febbraio 2010
PERMESSO A PUNTI:
MONS. PEREGO (MIGRANTES), “EFFICACE SOLO SE FAVORISCE INTEGRAZIONE”
La proposta “non è nuova ed era stata lanciata nell’autunno del 2008, all’interno della discussione sulla legge sulla sicurezza. Lo strumento del permesso di soggiorno a punti risulta essere uno strumento efficace solo dentro una politica dell’integrazione”. E’ quanto afferma al SIR mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando la proposta del permesso di soggiorno a punti per gli immigrati. Nei Paesi in cui è stato sperimentato (Germania, Canada, Svizzera, Australia…) è stato “efficace” solo perché nato – spiega mons. Perego - “dentro una politica che favoriva il permesso di soggiorno in tempi brevi e certi”, una politica scolastica che “favoriva sia i lavoratori che gli studenti”. Serve allora una nuova legge sulla cittadinanza, che “passi dal jus sanguinis al jus soli”, che “aiuti la partecipazione politica e sociale” e una politica che “favorisca i ricongiungimenti familiari” e “la tutela della sicurezza sul lavoro con risorse certe”. Per il direttore della Migrantes occorre “distinguere tra le persone che iniziano un cammino di stabilizzazione nel nostro Paese e coloro che sono temporaneamente e precariamente presenti sul territorio, oltre che tra i diversi tipi di lavoratori”.
La proposta “non è nuova ed era stata lanciata nell’autunno del 2008, all’interno della discussione sulla legge sulla sicurezza. Lo strumento del permesso di soggiorno a punti risulta essere uno strumento efficace solo dentro una politica dell’integrazione”. E’ quanto afferma al SIR mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando la proposta del permesso di soggiorno a punti per gli immigrati. Nei Paesi in cui è stato sperimentato (Germania, Canada, Svizzera, Australia…) è stato “efficace” solo perché nato – spiega mons. Perego - “dentro una politica che favoriva il permesso di soggiorno in tempi brevi e certi”, una politica scolastica che “favoriva sia i lavoratori che gli studenti”. Serve allora una nuova legge sulla cittadinanza, che “passi dal jus sanguinis al jus soli”, che “aiuti la partecipazione politica e sociale” e una politica che “favorisca i ricongiungimenti familiari” e “la tutela della sicurezza sul lavoro con risorse certe”. Per il direttore della Migrantes occorre “distinguere tra le persone che iniziano un cammino di stabilizzazione nel nostro Paese e coloro che sono temporaneamente e precariamente presenti sul territorio, oltre che tra i diversi tipi di lavoratori”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.